Un’iscrizione sacra, apparentemente modesta, rivela i protagonisti della storia sociale e religiosa di Iuvanum: un umile schiavo, che esprime la sua ancestrale devozione; la sua padrona, Ovidia Massima, della stessa famiglia del celebre poeta di Sulmona, Ovidio Nasone; la dea Diana, che protegge la comunitร civica e insieme i boschi e le montagne della Majella, a lei consacrati.
Prof.ssa Oliva Menozzi – Archeologia Classica – Dipartimento di Lettere, Arti e Scienze Sociali Ud’A
Siamo al teatro di Juvanum, uno dei monumenti piรน importanti di questo sito che nasce legato ad un area santuariale sull’acropoli con due templi databili tra il III e il II secolo avanti Cristo; la frequentazione รจ ben piรน antica, databile fino dall’etร del bronzo, come attestato proprio dall’acropoli. Siamo lungo una via tratturale, quindi รจ immaginabile che il teatro nasca proprio legato ai mercati che la piazza sottostante al santuario attirava lungo un tratturo importante in quest’area cosรฌ montuosa, dove passavano i pastori con le greggi, C’era un’economia fiorente e il teatro fungeva anche da luogo di sinecismo di tipo politico, cioรจ da polo di attrazione per motivi politici per chi viveva nelle fattorie, nei villaggi circostanti. Tutto ciรฒ รจ fondamentale. per capire la storia della nascita di questo insediamento. Juvanum nasce proprio intorno a questo santuario, intorno al mercato, alle greggi, alle fiere alle aste che si battevano probabilmente anche in questo teatro.
Lo scavo di una ๐ต๐ข๐ฃ๐ฆ๐ณ๐ฏ๐ข porta alla luce reperti molto delicati che devono essere trattati adeguatamente e catalogati. Vediamo come con la Prof. Oliva Menozzi – Archeologia Classica – e gli studenti del DILASS e del Master STArch.
Entriamo nel vivo dello scavo archeologico, scoprendo quali sono i tipici reperti che si possono rinvenire e come vengono trattati, dalla pulizia alla catalogazione con gli studenti dei CdS in Beni Culturali, BASA e Lettere del DiLASS.